La gente giudica, giudica sempre.
Sembra una malattia universale, di quelle incurabili ma non terminali.
Giudica il tuo modo di vestire, il tuo modo di camminare, il tuo modo di parlare, il tuo modo di pensare, il tuo modo di amare.
Cammina per le strade affollate e ad ogni passo si ferma ad osservare, osserva i suoi simili.
Li scruta, li cataloga, si limita alla superficie.
La gente giudica, giudica sempre.
Si strugge a reclamare la vita degli altri, perdendo di vista la loro
Giudica il tuo modo di vivere, le tue scelte; ma le scelte mica sono comuni, riguardano te, la tua storia;ma poi, chi è che decide cosa è giusto o sbagliato? Ciò che è giusto per te, potrebbe non esserlo per me.
La gente, per capire, dovrebbe vivere la storia di qualcun altro.
Bisognerebbe invertire i ruoli ogni tanto;così solo per un po', per sentire i dolori, le gioie, i sentimenti, le ferite altrui sulla propria pelle, per sentire quanto è difficile prendere certe decisioni, per capire perché sono state prese; perché è la tua vita che devi vivere e non la loro.