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Avvenire

Nella storia dell'umanità gli atei sono sempre stati una minoranza, ma il loro numero è andato progressivamente aumentando. A riguardo, una domanda audace e provocatoria da porre ai credenti, è se ciò appaia loro come un sintomo di decadenza o di progresso...

 

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6 commenti:

  • Luigi Lucantoni il 19/03/2015 20:45
    se sono ateo è per la gran quantità d'incongruenze che comporta abbracciare una fede, tu parli così mentre molti altri credenti parlano degli atei con toni molto ostili
  • Paolo Villani il 19/03/2015 14:55
    Io non provo nessun smarrimento quando penso agli atei, sono miei Fratelli anche loro.
  • Luigi Lucantoni il 23/02/2015 02:46
    vedendo crescere il numero di atei i credenti provano un forte senso di smarrimento
  • Paolo Villani il 22/02/2015 11:38
    Non è sintomo di progresso, la religione è la massima espressione dell'anima umana ed anche della mente: certi ragionamenti teologici ti fan sentire scemo a cercare di capirli.
  • Raffaele Arena il 06/09/2011 15:24
    Ogni persona e' uomo. È libera di credere e di non credere in una confessione religiosa. A meno che non siamo extraterrestri, ci accomuna la vita su questa terra, cercare di evolverci da un punto di vista etico e morale e combattere gli eccessi dell'imperante techne che si riproduce da sola ormai come senza logica se non quella del profitto e quella di distruggere cio' che e' rimasto della povera Gaia
  • vincent corbo il 28/08/2011 07:20
    è un sintomo di progresso ma il progresso è solo un uomo elegante e ben vestito che si compiace di se stesso.

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