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La vera indifferenza

Ieri sera è deceduto un mio caro parente. Tre giorni prima ne avevamo festeggiato il compleanno. È stata una morte improvvisa. Questa mattina camminando per strada, inondata di sole, con i negozi aperti e la gente indaffarata, ho pensato: Guarda è tutto come ieri mattina, quando lui c'era ancora, e in questo momento tutto è esattamente come era, e lui non c'è più. Ho trovato consolante pensare che tutto quanto ci circonda, la Vita stessa, è completamente indifferente alla nostra presenza o meno. Giorno e notte continuano a susseguirsi.

 

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15 commenti:

  • mariateresa morry il 24/11/2011 21:30
    grazie Andrea, era esattamente quello che intendo...
  • augusto villa il 24/11/2011 20:02
    Anch'io ho provato la stessa sensazione... Da una parte la cosa m'angoscia per via della precarieta' del nostro "esserci"... Dall'altra... mi fa accettare la dipartita mia o di qualche mio caro... con serenita'.
    Il tempo continuera' a scorrere...
  • mariateresa morry il 16/11/2011 22:36
    Grazie Andrea, vedo che hai capito il senso di quello che volevo dire, o meglio almeno con te sono riuscita a spiegarmi...
  • Andrea (le tre Botti) il 16/11/2011 21:12
    Brava. La Sinfonia continua anche se manca un importante artista...è la sifonia che conta non i singoli suoni.
  • mariateresa morry il 15/11/2011 19:40
    Non credo di aver detto una bestialità, nè una banalità. Come individui certo possiamo interagire con la Storia, " esserci" e giustamente realizzarci e dare un contributo anche minimo ( la teoria del pedone)ma capace di impercettibili mutamenti. Tuttavia nulla toglie che la sensazione, per la quale nel momento in cui noi e la nostra storia facciamo parte di un Tutto e che questo Tutto inesorabilmente " macina" ed è insensibile alla nostra presenza, si possa avvertire maggiormente nei momenti in cui avvertiamo la fragilità e la fugacità della nostra esistenza... La mia non è praxis.. ho descritto una sensazione...
  • Luigi Lucantoni il 15/11/2011 19:24
    lascia stare giacomo, con me sprechi fiato
  • Anonimo il 15/11/2011 19:22
    luigi... però c'è tua madre... eh...è quella la differenza. ciaociao anche a te.
  • Anonimo il 15/11/2011 19:20
    Preciso: mi sento protagonista vuol dire che sono come quel pedone che è avanzato una casella... non altro. ciaociao
  • Luigi Lucantoni il 15/11/2011 19:19
    è vero, se non ci fosse mia madre mi sentirei libero di uccidermi senza far soffrire troppo nessun altro
  • Anonimo il 15/11/2011 18:47
    Noi siamo solo le tracce di quelli che sono passati di qua,
    dobbiamo avere il coraggio di chi, dopo di noi, da qui passerà.
  • Anonimo il 15/11/2011 18:29
    Si, mariateresa, ma se uno non ha la completa conoscenza non può valutare la piccola ma importante differenza prima e dopo la morte di una persona... la mossa del pedone, appunto. Uno vede che i negozi sono ancora aperti, la gente beve il caffè dentro il bar ed allora dice: ecco, è tutto come prima. Molto relativo, il discorso. relativo per il fatto che non abbiamo la conoscenza delle cose... io ti propongo un discorso alternativo... mentre stò scrivendo nel mondo ci sono drammi e sofferenze, morti e nascite. dopo che ho finito questo commento niente è come prima, non tutto. Niente. Allora tu potrai dirmi... ma non per colpa o merito del tuo commento è cambiato il mondo... ed allora ti dò ragione. Ma se tutto fosse come prima, mossa dopo mossa, saremmo al tempo della pietra quando il cavernicolo prendeva la donna per i capelli e gli dava una mazzata in testa per prendersela... eh... non è proprio così, adesso. ed ogni piccola mossa ha fatto la partita... non so voi, ma io mi sento un pritagonista. Che ci posso fare. ciaociao
  • mariateresa morry il 15/11/2011 18:20
    Il tuo ragionamento s'è capito Giacomo, anche se io non mi interesso di scacchi che trovo di una noia mortale... tuttavia io guardo agli eventi in maniera davvero molto distaccata ( il che non equivale a " grosse linee"; la mia è un'osservazione di una realtà ineluttabile che accetto in toto...
  • Anonimo il 15/11/2011 18:03
    Beh... in ultima analisi posso essere d'accordo sia con te che con Antonino... ma solo se gurdiamo gli eventi in maniera molto staccata, esterna, a grosse linee. Mi spego meglio:
    un inesperto del gioco degli scacchi vede una partita già iniziata. Passa per quel tavolo nel quale stanno giocando due campioni( io lo faccio spesso, nei tornei internazionali) Guarda e memorizza la posizione. capisce poco di quella partita... ci vorrebbe un Gran Maestro, magari proprio quello che sta giocando, per spiegartela.
    Per te, piccola scoreggina di passerotto del mondo scacchistico, quella che vedi dopo mezz'ora è ancora la stessa partita, la stessa posizione.
    Tipica la domanda: ma nessuno ha mosso? E invece sì, il maestro A ha mosso un pedone di una casella. Un'inezia. Il maestro B si è concentrato su quell'inezia( per noi scoreggine) ed ha cominciato a rigirarsi sulla sedia... poi si è messo le mani nei capelli... poi, poi poi... vabbè, scriverò un racconto su un fatto reale che mi è capitato a Verona e così potrò spiegarmi meglio. ciaociao... ah, l'aforisma ha il suo significato nelò titolo. Io lo avrei postato come riflessione.
  • mariateresa morry il 15/11/2011 17:52
    Grazie Anto... ma non è molto ovvio, molta gente se potesse vorrebbe vivere in eterno, credendosi indispensabie...
  • Anonimo il 15/11/2011 17:44
    Ovvio. la terra andrebbe avanti anche senza di noi. Anzi le gioverebbe.

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