è il mestiere dello scrittore, pasolini rispondeva ad un giornalista dell'osservatore romano, che lo accusava di non avere autorevolezza nello scrivere ciò che scriveva, (non ricordo le testuali parole), ma gli rispose che non ne aveva bisogno e che l'unica autorevolezza gli derivava da egli stesso e dalla coscienza con cui affrontava i temi. Credo che questo concetto espresso molto meglio di me da Pier Paolo sia un ottimo commento a questa frase e da ciò si desume che ogni lettore abbia una sua propria dignità ed intelligenza nel capire, apprendere o subire ciò che legge.
Verissimo caro Vin... le elucubrazioni possono sviare, dietro ad un linguaggio a volte dotto, può non esserci un bel nulla. Gli anglosassoni quando scrivono di economia, di storia, di scienza, di giornalismo, sono chiarissimi...è un fatto che mi ha sempre colpito. Mascherare, con difficile linguaggio e periodare contorto, concetti poveri e idee mediocri oggi va molto di mda.
Vero, la scrittura, al contrario del dialogo, non permette uno scambio, ma solo una trasmissione di dati unilaterale... per questo lo scrittore può diventare manipolatore.