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Il piccolo prete dello stagno

Dalle pozzanghere chete
nelle sere di primavera
per la preghiera di sera
si affaccia un piccolo prete.

Sopra il gambo come su un piede
s'avvolge la tonaca nera,
puntolino che appena si vede.

Ma nella calma dei rossi bagliori
i demoni non escon più fuori;
gl'incantesimi crepuscolari
accarezzan con dita sottili:
i rumori si fanno più rari,
son tenuissimi fili.

Adagio egli prega,
sorride, si piega,
si toglie il cappello e saluta.

E alla ranocchia che ha male
con un'erba medicinale
egli fascia la zampa battuta.
La congeda e la benedice:
Torna a casa e vivi felice.

L'anima mia si contenta
d'ogni creatura violenta,
d'ogni serpente feroce
e di qualsiasi croce.

E nudo il capo e la chioma
adagio adagio egli prega
per un esile gambo che piega,
per una povera zampa di fiera
e per il Papa di Roma.

Del precipizio non aver paura:
ti salverà la sua sottana scura.

 


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