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Remoto

Meditabonda e nervosa, stringendo
le labbra scarlatte e scuotendo le chiome
luminose, la donna, in piedi, nella
lieve aurora aspettava: nero l'abito
sontuoso, ampio, ma nude le mammelle
piccole e tonde, che leggere un poco
si agitavano nell'ansia del cuore.
Più in là c'era la pianura e, forse,
la cima di una torre, e, solitario,
un colle di tenebrosi cipressi,
e l'ondeggiare altrove di un canale
che porta al più remoto lago. Quella
è la sua meta? Laggiù è la quiete,
dove deporrà sopra il prato tenero
il vestito, come un'ombra perduta
per sempre, ci sarà soltanto luce
e il suo candido corpo si potrà
confondere, disteso, con le enormi
rose ugualmente chiare e, trasparente,
una nuvola breve che sta, immobile,
sull'orlo della sua vita.

 


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