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Agli amici della Valle Tiberina

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Pur da queste serene erme pendici
D'altra vita al rumor ritornerò;
Ma nel memore petto, o nuovi amici,
Un desio dolce e mesto io porterò.

Tua verde valle ed il bel colle aprico
Sempre, o Bulcian, mi pungerà d'amor;
Bulciano, albergo di baroni antico,
Or di libere menti e d'alti cor.

E tu che al cielo, Cerbaiol, riguardi
Discendendo da i balzi d'Apennin,
Come gigante che svegliato tardi
S'affretta in caccia e interroga il mattin,

Tu ancor m'arridi. E, quando a i freschi venti
Di su l'aride carte anelerà
L'anima stanca, a voi, poggi fiorenti,
Balze austere e felici, a voi verrà.

Fiume famoso il breve piano inonda;
Ama la vite i colli; e, a rimirar
Dolce, fra verdi querce ecco la bionda
Spiga in alto a l'alpestre aura ondeggiar.

De i vecchi prepotenti in su gli spaldi
Pasce la vacca e mira lenta al pian;
E de le torri, ostello di ribaldi,
Crebbe l'utile casa al pio villan.

Dove il bronzo de' frati in su la sera
Solo rompeva, od accrescea, l'orror,
Croscia il mulino, suona la gualchiera
E la canzone del vendemmiator.

Coraggio, amici. Se di vive fonti
Corse, tocco dal santo, il balzo alpin,
A voi saggi ed industri i patrii monti
Iscaturiscan di fumoso vin:

Del vin ch'edùca il forte suolo amico
Di ferro e zolfo con natia virtù:
Col quale io libo al padre Tebro antico,
Al Tebro tolto al fin di servitù.

Fiume d'Italia, a le tue sacre rive
Peregrin mossi con devoto amor
Il tuo nume adorando, e de le dive
Memorie l'ombra mi tremava in cor.

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1 commenti    

1 commenti:

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  • giuseppe gianpaolo casarini il 04/11/2014 11:18
    Sempre grande e superbo nel suo poetar Giosuè

    ggc