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Il fringuello cieco

Finch. . . finchè nel cielo volai,
finch. . . finch'ebbi il nido sul moro;
c'era un lume, lassù, in ma' mai,
un gran lume di fuoco e d'oro,
che andava sul cielo canoro,
spariva in un tacito oblio. . .
Il sole! . . . Ogni alba nella macchia,
ogni mattina per il brolo,
«Ci sarà ? » chiedea la cornacchia;
«Non c'è più! » gemea l'assïuolo;
e cantava già l'usignolo:
Addio addio dio dio dio dio. . .
Ma la lodola su dal grano
saliva a vedere ove fosse.
Lo vedeva lontan lontano
con le belle nuvole rosse.
E, scesa al solco donde mosse,
trillava: «C'è, c'è, lode a Dio! »
« Finch. . . finchè non vedo, non credo »
però dicevo a quando a quando.
Il merlo fischiava «Io lo vedo»;
l'usignolo zittìa spiando.
Poi cantava gracile e blando:
« Anch'io anch'io chio chio chio chio »
Ma il dì ch'io persi cieli e nidi,
ahimè che fu vero, e s'è spento!
Sentii gli occhi pungermi, e vidi
che s'annerava lento lento.
Ed ora perciò mi risento:
a O sol sol sol sol. . . sole mio? »

 


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