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La Pineta delle Cascine a Pisa

pagine: 123

Bella, radiosa amica!
vieni con me,
ai boschi e alla campagna!
Cara, dolce visione che consoli
i miei dolori, e splendi più del giorno
venuto così chiaro a salutare
l'Anno rigido ancora, ma già desto
nella sua culla fra i canneti e i rovi.

L'ora più fresca della Primavera
se ne va passeggiando per l'inverno:
vede le piante senza foglie, nude
le rive e brulle; una serena pace
avvolge la mattina che è spuntata
proprio nel cuore del febbraio; scende
dal cielo una felicità d'azzurro,
bacia la fronte gelida alla terra,
e sparge sopra al mare silenzioso
il suo sorriso, scioglie le correnti
dalla morsa del ghiaccio, risvegliando
musica alle fontane, e il suo respiro
sui monti irrigiditi a noi ridona
un mondo su cui tu, cara, sorridi.

Luce del giorno, amica raggiante!
svegliati! sorgi! e vieni via!
Vieni ai boschi selvaggi, alle pianure
laggiù dove la pioggia dell'inverno
riflette immagini: i frondosi tetti
di prosciugate foglie grigio verde
che i Pini intrecciano in ghirlande; e quelle
pietre rotonde che tu mai baciasti,
Sole! vieni alle dune delle spiagge,
dove nascono timide violette.

Ora che l'ultimo di molti giorni,
come te risplendenti e generosi,
l'amato giorno e l'ultimo, si è spento,
vieni, Memoria! e scrivi la sua lode:
fa' il tuo lavoro usato, e così traccia
l'epigrafe alla gloria ormai fuggita:
mutato è il volto della Terra, un solco
severo increspa lo sguardo del Cielo.

Vagammo per la Foresta di Pini
che intorno cinge la schiuma del mare;
lievissimo era il vento nel suo nido
chiusa nella sua casa la tempesta.

Mormoravano le onde addormentate,

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