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Suite Furlana

Un fanciullo si guarda nello specchio,
il suo occhio gli ride nero.
Non contento guarda nel rovescio
per vedere se è un corpo quella Forma.

Ma vede solo il muro liscio
o la tela di un ragno maligno.
Scuro torna a guardare nello specchio
la sua Forma, un barlume nel vetro.

Io fanciullo, guardo nello Specchio,
e il ricordo mi ride leggero,
il ricordo della mia vita viva
come erba in una nera riva.

Ma non contento guardo nel rovescio
per vedere se è qualcosa a dolermi.
Un barlume, è un barlume,
solo il bianco di un barlume...

Lì dietro il vetro, si infiamma
in mezzo a una morta campagna,
in un paese di luce, una campana
nel cuore vicina, nel tempo lontana.

Luce è la mia vita, e suonano
a festa per me nel cielo nudo,
luce è mia madre fanciulla e suona
a festa sulla sua chiara culla.

Dietro lo Specchio, mia madre fanciulla
gioca nel viottolo asciutto.
Odora gli occhi della Madonna
tra i fichi e le querce fresche di resina.

Con la collana di coralli
corre via contenta per le prodaie,
in un barlume di vita del mille
novecento e due, in un sospiro...

 


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