Fine a se stessa

Mi accingo a scrivere questa mia,
Conscio della sua natura;
E nulla posso per evitarlo
Se non continuare ad accingermi -
Come ora sono in procinto -,
Sperando che così facendo
Possa protrarla nel tempo.

Ma la costanza non basta
Se non la si nutre di sapere:
E cos'è questo sapere?
Sfogliare un libro passo passo
Finché non lo si interpreta?
Certo, anche questo è sapere,
Seguito da altro sapere:
Un iter gerarchico
Che nel cercare si dirama.

E man mano che si cerca,
Si trova: ma non si arriva.
Così si ricomincia a cercare,
"E così via" è il sapere:
Un continuo cercare e trovare
Mai fine a se stesso.

Destinato a cercare, dunque,
È il mio effimero passaggio;
Ma non sono l'unico, purtroppo:
Nessuno, ieri e oggi,
È giunto a un mero trovare,
E questo mi è di consolazione
E ancor più di incoraggiamento.
Così mi soffermo a pensare...

Che il mero sapere si presenti
Come un orizzonte marino,
Raggiungibile a vista d'occhio
Ma tangibilmente inarrivabile -
Man mano ci si avvicini - ...
E l'uomo, in quanto coscienza,
Sia al vertice iter-gerarchico,
Dal quale ogni conoscenza
Si propaga a tappe all'infinito...

Che sia tale, allora:
Il mero trovare è ai nostri occhi,
Nonostante la sua visione
Finita e unilaterale.
Saperlo, però non basta
Ad averne pienamente coscienza:
Solo "cercando e trovando" -
Vita dopo vita, nascita dopo nascita -
Si può esserne davvero consapevole
E scoprirne la mera essenza.

Adesso che sono giunto
Laddove non sono arrivato,
Mi sottraggo a questa mia
Lasciandola alle intemperie,
O - ancora più probabile -
Alla siccità del mio destino.