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Quella dolce fola e ingenua... del passato!

Una sera di giugno dal balcone
di quella cara vecchia casa mia
di ringhiera di corsa incuriosito
sceso ero tra la gente anch'io,
in mezzo al prato stava in piedi
là tra presenti un " nemico amico" mio.
Scontrati un giorno c'eravamo
incontrati poi meglio conosciuti
quelle domeniche ormaida mesi
in quanto d'insulti e tanti ricoperti
spesso con grida se non aspre parole,
mattino fortunato, da gente stanca
a fine di una dura faticosa settimana
e peggio ancor nel sonno addormentata
dopo che a gara per scale e ballatoi
diventato per noi così nel tempo gioco
a chi facesse primo nella veloce corsa
nel bussar alle porte ansanti senza fiato
di quelle umili case solo di povertà
ricche ma quasi tutte se non tutte
di persone alfin cordiali e oneste
fossero le stesse di ringhiera o no
con latrine semiaperte ai piani
pazientemente a turno in pigiama
in povere sottane mutande seminude
visitate talvolta e spesso senza bagni
salvo quello comune là giù in cortile.
Quinta elementare bambino allora io
per i preti vendevo l'Italia e il Vittorioso
lui, sui trent'anni circa, l'Unità per il Partito suo.
Quella sera alle bandiere rosse lui
vicino seminascosto da quelle e dal palco
prudente stavo invece più lontano io.
Del dopo guerra erano quelli i tempi
oggi assai lontani che la nostalgia
del passato rivive oggi ancor per me
per voi non se con pazienza mi leggete
via Padova là stava quel caro vecchio
Trotter tra Turro vecchia e Crescenzago,
un largo spiazzo punteggiato da
quelle di legno giallo verde misere
povere baracche di una Milano
già pronta da poco a vita nuova
con le speranze le sue illusioni tante
dopo bombe morti fame paure ruberie
e forse peggio vendette personali vili delazioni
tra falsi amici o fortuite e strane conoscenze.
"Ai bimbi loro due volte al giorno
le mamme russe la cioccolata danno"
così senza microfono a voce alta
forte e viva dal palco tra l'altre cose
dette e tante nella foga del comizio
" casa lavoro giustizia libertà
del proletariato di noi del partito
presto vedrete compagni vicina la vittoria"
gridava agli astanti attenti
ed applausi tanti una compagna sua.
Assonnato della mamma in braccio
un bimbo ricordo balbettava: cioccolata?
È cosa buona e tanto figlio mio per noi oggi
rara roba sconosciuta ma vedrai quando
verrà Baffone. A quella dolce fola del passato
vidi non so se per quello strano nome
o per la mamma sua le certezze certe
d'un tratto quel bimbo felice addormentarsi.

 

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