Impaziente di artigli decisi, irrequieti
inquieta nella mia gabbia
di nervi tesi e di agonia
solco il mio cammino ad ogni passo.
Lunghe vibrisse
bianche avorio
sinuose vibrano.
Attendo.
Conto i passi
lenta
docile
mi fermo.
Ricomincio il cammino
placida
mansueta
sempre gli stessi passi ed ai miei occhi
sempre le stesse sbarre
di sgomento e disgusto.
Attendo.
Cicatrici che risalgono il pavimento
che viscide strisciano sul manto.
Nessun urlo di dolore
solo condanna e bramosia di devastazione.
Cammino
e
Attendo.