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Acrobazie

Quant'è facile precipitare nel baratro
dell'appagamento permanente:
un orecchiabile motivo sotto la doccia,
sentirsi coi piedi ben piantati in terra...
Sognare, aprire gli occhi
su un bel paesaggio e poi morire
di noia o di piacere poco importa.
Rime baciate col sottofondo
di una dolce cantilena... è un déjà vu
che rieccheggia all'infinito
come infinite vite uguali ad una sola.
Quant'è difficile alzare gli occhi
al cielo mentre si cammina
sospesi su una fune.
Ma è lo spessore che ti tiene in gioco,
dissonanze dure generate
da lacerazioni e sguardi persi
in un remoto contraltare di più nitidi pensieri.
Tenere il piede in due scarpe
o tre può servire a stare in bilico
lungo la linea di quei dogmi contrapposti
che con il loro comodo armistizio
creano la vertigine del vuoto.

 

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