S'anima la notte in tempesta,
spettacolo che scaccia il sonno:
la pioggia, cadendo, ridesta
del buio l'istinto ancestrale
dal pavido giorno represso.
Contemplo in silenzio sacrale
la danza selvaggia dei faggi,
tra il vento e le frasche l'amplesso;
per chi vi ha assistito, finisce
il tempo dei tiepidi assaggi.
S'innalza un concerto che unisce,
che il ritmo incorrotto incorona.
Le gocce percuotono i vetri;
rimbombano come tamburi.
Non è più la mente padrona.