Non indugia la matita
sul foglio stropicciato
ad infrangere la candida distesa di carta
con segni che sono pensieri
sfuggenti alle dita.
Sentimenti prendono forma nel silenzio d'una stanza
sul tavolo di legno
complice di segreti
che si disvelano nella quiete della sera.
Puro e semplice raccoglimento
richiede solo la luce di una lampada
e sussurri d'assenza tra ombre immote
ed immota luce
a proclamare solitudune.
E m'accorgo
di non avere mai posseduto il mio tempo
e da sempre d'avere camminato
su d'un suolo sottile
che filtra luci ed ombre
e che la vera ricchezza
sta in una carezza
e in rimembranze che sanno di viole.
La carta si rapprende nel sudore di una mano;
nel tremore di una mano
mentre sfoglia il passato.
Scrivo il tempo che non possiedo
ed il tempo si adagia
sul foglio di carta
e s'adagiono gioie e dolori.
Violente scosse d'impeto
tagliano il mo corpo in diagonale
affilando la mia anima
fremente nel suo turbamento.