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Il viale dei sambuchi

Terra mia,
nucleo d’ispirazione dei miei canti,
ancora mi accogli con le tue distese verdi.
Turbinano nell’aria effluvi di magnolie,
narcisi accesi splendono nei campi,
viole tremule ombreggiano
tra nidi di foglie umide,
Abbandono ciò che sono
per tornare come ero allora:
bambina immersa nei fiori
e ricompongo il ricordo
di spighe dorate,
di rossi papaveri
colti lungo i sentieri.
Terra mia
la tua voce è soave,
è un invito all’ascolto.
Lieve è il tuo sussurro
ma il tuo eco si reitera nel tempo,
atavico ed antico,
si dilata nell’anima
e l’avvolge in eterno.
Ogni canto che m’ispiri
ha il ritmo di un fiore che si schiude,
di una foglia che cerca il sole.
Ed i passi divengono lenti
e gli occhi si soffermano sui vividi colori.
Il viale dei sambuchi è come allora,
quando raccoglievo mele acerbe
e ciliege non mature.
Conosco, terra mia,
il tuo linguaggio atemporale,
il pentagramma apogeo del tuo canto.
Ho scolpito i tuoi colori
nella creta molle del ricordo.
I miei occhi indugiano
sull’iris fiorito nel giardino

 

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1 commenti:

  • sara rota il 27/07/2007 14:29
    Un elogio alla terra, ai suoi colori, ai suoi campi ed hai suoi fiori. Leggendola ho pensato alla libertà.

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