Evento Straordinario.
Rarissima visione.
Nevica, sono briciole di un pane di nuvole,
bianchissime, di panna,
dove, se fossi vivo, affonderesti le tue labbra di bambino.
Nevica gocce di sangue di cielo, sangue niveo
sgorgato dal petto di un gabbiano
ferito da una fiocina d'argento.
Neve, soffio e immagine,
neve, goccia di miele innevato, intatto, cocente.
Fiocchi densi cadono, camminano, carezzano
il tuo corpo di terra rappresa
da letargo invernale,
plasma insapore di angeli, visione, passaggio, ritorno,
girotondo, mulinello, danza.
Algido valzer non danzato.
Organismo di liquide scaglie.
Orgasmo respinto, morbida organza di gemme precluse.
Orologio di zucchero e sale che ingabbiò i sogni refrattari.
Petali di luna sbocciati
sul ramo spezzato del mandorlo in fiore,
su infiorescenze di zagare precoci,
sui gerani filiformi, nelle corsie degli ospedali.
Amore assoluto, dolore non- unico
compagno di silenzi errabondi.
di mondi consueti, eppure inesplorati,
di abisso profondo che ti ha divorato.
Neve, fiore di stella bambina, intangibile solitudine,
scelta, necessità, coazione.
Lunghe braccia per amori invisibili,
giocattolo di raro cristallo.
Nevica sul mattino, sul giorno, sul crepuscolo, sulla sera,
sui gatti acciambellati,
sui simulacri degli eroi dimenticati,
sulle foto dei figli soldati,
sullo sguardo chi non rivelò l'amore all'amato,
Nevica sulle parole amare che graffiano il cuore.
Sui silenzi mancati macigni di rimpianto
Nevica sul mio corpo rinato a nuova primavera,
sulle acacie fiorite anzitempo,
sul limbo della dimenticanza, sugli ombrelli smarriti,
sugli angeli di marmo genuflessi sulle tombe dei bambini.
sul tempo e lo spazio,
sull'essere e l'apparire,
sul soffio e l'immagine dell'anima tua
sul verde tappeto della tua poesia.
Neve di pianto sull'anima mia.