E poi finalmente il buio,
il tramonto sottile
di un minimo uomo,
il bagno nel nulla
di un fiume senza casa,
il volgere ad ovest
di un'anima in cerca di pace.
Acquolina di morte
si scioglie sulla lingua
come gelatina d’avorio,
che impasta
sangue, saliva e sudore
nell’attesa e nel desiderio
di arrivare.
Le ultime immagini
profane, immonde, urlanti
scorrono come formiche
davanti agli occhi,
e un cullare materno
mi sospinge
lentamente alla meta.
Eccomi Madre,
sudicio, volgare e osceno
mi pongo davanti a te
in giudizio sacrificale.
Nell’abbraccio finale
mi abbandono
e muoio come la speranza.