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Il bruco della mela nella testa

assonata leggera stropicciata
ti adagio sul cuscino il mio macigno
rimiralo al tuo risveglio
scrutane le ruvide pareti
odi il suo sottil respiro, è il mio
ha imparato a custodirlo

t'avrei condotto nei miei pensieri

persino la più potente delle forze
si piega e non si spiega
di come tanto gelo possa fare breccia
in sordina, quatto e cheto

scruta il mio macigno
tutto curvo e irregolare da vicino
abbozzato, indefinito da lontano
ascoltalo, lui solo ti ha capito
sempre pronto a parlare e strabordare
ma del nulla. ecco cosa sei
e sei capace

ed io un fanciulla tremolante
rimasta arida, fin troppo infastidita
dalla sua sua favola svelata
da dolce e suadente trasformata
in una verità indigeribile

frigna si dispera poi si calma
solo alla fine si addormenta
partorendo così il suo macigno
neonato, certo, ma pur sempre
curvo e indefinito
col suo respiro caldo che fuma
sul cuscino

 

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1 recensioni:

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  • Raffaele Arena il 17/02/2013 19:28
    Poesia introspettiva, e su qualcuno che ha deluso di brutto il tuo sentire. Piaciuta per l'originalità. Sentimento, contenuto, e metafora fuori metrica, mi pare. Poesia riuscita.

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