assonata leggera stropicciata
ti adagio sul cuscino il mio macigno
rimiralo al tuo risveglio
scrutane le ruvide pareti
odi il suo sottil respiro, è il mio
ha imparato a custodirlo
t'avrei condotto nei miei pensieri
persino la più potente delle forze
si piega e non si spiega
di come tanto gelo possa fare breccia
in sordina, quatto e cheto
scruta il mio macigno
tutto curvo e irregolare da vicino
abbozzato, indefinito da lontano
ascoltalo, lui solo ti ha capito
sempre pronto a parlare e strabordare
ma del nulla. ecco cosa sei
e sei capace
ed io un fanciulla tremolante
rimasta arida, fin troppo infastidita
dalla sua sua favola svelata
da dolce e suadente trasformata
in una verità indigeribile
frigna si dispera poi si calma
solo alla fine si addormenta
partorendo così il suo macigno
neonato, certo, ma pur sempre
curvo e indefinito
col suo respiro caldo che fuma
sul cuscino