Col mio passo stanco mi avvio
senza guardare indietro
deciso.
Le mie orecchie turate di cera
il mio abito riposto in bacheca.
Quanti potranno capire.
Quanti conoscono i miei pensieri
le mie paure
segreti inconfessabili.
Mi avvio ad andare in esilio
avrò tempo per pregare,
non per me ma per loro.
Loro che non sanno, che non hanno.
Non hanno il potere di assolvere,
non hanno il potere di essere...
trascinati dal rumore che il mio trono
emette nell'attimo in cui non mi siederò più,
sarà vacante.
Ho pregato sulla Tua tomba,
Tu, predecessore hai vissuto il mio tormento
i miei timori divenuti certezza.
Ecco il serpente schiacciato da piedi immacolati
si è impossessato della mia Chiesa
delle nostre vesti e striscia lungo i corridoi
colorati da affreschi dipinti dal passato.
Mi avvio, il silenzio mi attende
pagine bianche da riempire di storia,
la mia, che nessuno mai leggerà.
Della verità, il Verbo,
nessuno ne conosce il viso.
Chi ne ha tenuto lo scettro
lo porterà con sé
come un vestito cucito sulla pelle
nei secoli dei secoli.