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La Bella Galiana
Intendo celebrar con questi versi
la mitica avvenenza di Galiana,
la bella viterbese popolana
che superar dovette eventi avversi.
Nacque a Viterbo in umile famiglia,
poi crebbe sana e bella come il sole;
per descriverla mancan le parole,
dico sol ch'era pura meraviglia.
Or si deve sapere che annualmente
a Viterbo veniva, ahimè, immolata
una bella ragazza sorteggiata,
e in quell'anno Galiana, fatalmente,
subì tal sorte, e la bella fanciulla,
denudata e legata ad un macigno,
patir doveva un destino maligno,
e per salvarsi non poté far nulla.
Consapevole d'essere quel giorno
uccisa non dal consueto boia,
ma da una selvaggia e bianca troia,
che sarebbe lì apparsa a mezzogiorno,
si sottopose a quel cruento rito,
fuori le mura, al fiume Paradosso,
mentre un pubblico attonito e commosso,
a distanza osservava ammutolito.
Era il giorno di Pasqua del Signore,
quando si udiron tragici i rintocchi
dell'Orologio Vecchio, mentre gli occhi
di tutti lacrimaron di dolore;
però accadde provvido un evento:
mentre la bianca troia si accingeva
a divorar Galiana che gemeva,
dal bosco, con altero portamento,
uscì un leone, il quale, con prontezza,
su quella brutta bestia s'avventò,
con quattro forti colpi la sbranò
e per Galiana giunse la salvezza.
Oh, meraviglia, oh, magica ventura!:
il cielo non permise il grave scempio,
un atroce delitto così empio,
ed ebbe lieta fine la sventura.
Il leone riprese il suo cammino
e all'interno del bosco ritornò:
il cuor della fanciulla sobbalzò
ed ella levò gli occhi al ciel turchino.
I Viterbesi, per riconoscenza,
della città mutarono l'emblema,
sostitüendolo con altro tema
e misero il leone in evidenza,
dove prima trionfava l'unicorno,
con accanto la sacra e bianca pelle
della troia che fu vittima imbelle
di quel leone nel pasquale giorno.
"Leo sum qui signo Viterbum" sta scritto
per ricordar l'eroica Galiana,
che ancor oggi la sua bellezza emana
su chi legge il racconto qui descritto.
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1 recensioni:
- Anche io, caro Salvo, non conoscevo questa leggenda, poi ho avuto modo di leggerla, di gustarla e di esporla in versi.
- non conoscevo la storia di Galiana ma la poesia è ben descritta. ottimo lavoro. bravissimo salvo
- Ringrazio l'amico Arcangelo per il piacevole commento e gli faccio i complimenti per l'amore che nutre per la poesia.
- Vi ringrazio, amici, per i vostri lusinghieri commenti. Confido a Bruno che anche io, fino a poco tempo fa, non conoscevo la leggenda della Bella Galiana, poi ho avuto la ventura di trovare su internet la sua dolorosa avventura, e mi è sorta l'idea di volgerla tutta in versi. Chi vuole saperne di più, in modo davvero completo, può cliccare "La Bella Galiana" e troverà tutte le relative notizie. Grazie a voi tutti e Buona Pasqua.
- gradevolissimo testo, applausi, buona pasqua
- Bravissimo, splendida poesia, magica nell'esposizione, rime che si incastonano in versi semplicemente suggestivi, come perle in una catena d'oro. Scusa ora la mia "Ignoranza," ma chi era questa Galiana? Un caro saluto.
- Mirabilmente scritta, abile gioco di metafore, mi ricorda quasi una canzone di De Andrè.
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