Il poeta
per poter respirare l'immenso
crea
ad immagine di un foglio bianco
uno spazio vuoto
una frenetica asfissia
nel giardino alveolare dei polmoni
inala
dai lidi delle parole
letarghi di piume ancorate ai materassi cerebrali del sonno
sparge
nel suo cuore
candelotti fumogeni atti a smascherare da reconditi inconsci i lumi dell'anima
aghi
di pungente lotta
penetrano nei geni dei suoi occhi lacrimanti
dai quali
accecato
deve uscire
a tastoni
fiducioso di quel chiaro di luna che l'accompagna nel buio della notte come il mare di un secondo sangue
improvvisa spontanee porte arteriose nei muri corallini del suo corpo
sfuggenti dal museo imperioso incombente su cellule di opere morte
in un bocca a bocca
con attimi di luce
travolge i suoi sensi
li profana
è Lui
è vivo
è il dio alato delle sue emozioni
lo tengono per mano
donando
al suo eros albe di rose
stelle filanti
esplosioni di colori
suoni
in capovolgimenti di fronte
alle labbra cianotiche dei suoi pensieri s'offre un sentiero subacqueo tracciato da mille soli
l'autore Vincenzo Capitanucci ha riportato queste note sull'opera
Scrivere è un immergersi nelle acque infuocate dello (dallo) Spirito