Niente può definire meglio l'indefinibile
se non un verso cancellato e volutamente omesso
perché troppo limitato al palato scorrevole degli occhi
lasciando voce al vellutato silenzio di un miglior vino parlante alle Tue labbra di una cantina proveniente dal palazzo di un infinito vigneto traboccante di sole
come
un'ascia sospesa a mezz'aria su un ceppo di legno ho posto il mio pensiero nell'ombra
avido di sentirti vivere un desiderio di sublime tensione e lasciarti poetare al volo un Tuo brivido di emozione nel rantolo della mia cenere ancora calda di fuoco
come
un bambino che affida al vento della notte il suo castello di carte a cuori sperando che una fata di fiori venga a visitarlo raccontandogli
la fiaba
di una celata opera manifestamente non portata a termine nel testo
nel contesto di un più grande...