So' li veri romani
che annanno
pe' li vicoli
de Trastevre
a cantà stornelli
e serenate a la bella,
che su la groppa
se troveno
er peso de Roma
de na vorta,
e che li forestieri
a poco a poco
lasseno morì.
Esiste ancora un'identità radicata, per un essere umano, in una città? E quello che Roma subisce per presenze di potere di vario genere, e quello che Roma deve sopportare? Capus mundi. Bellissimi versi, il romanesco è meraviglioso, Trilussa tra i miei preferiti. Un'altra considerazione, l'era digitale ci trasforma in avatar, ed è difficile mantenere la propria identità ma uno scambio culturale con chi ha desiderio di parlare di storia, di usanze, di bellezza delle cose e del perchè quelle cose sono così. Insomma lo spirito di ricerca per il bello e il meno bello ci mantiene vivi.
Anonimo il 11/05/2013 19:56
Una giusta celebrazione delle antiche tradizioni. Complimenti.