Sentire il peso,
le spalle piegate
da sole, vento e pioggia,
il sorriso spento
da cumuli di orrori
sparsi in ogni dove
in questo crudo mondo.
Vedere volti conosciuti
chissà dove
chissà quando
come incisi su un nastro
che si srotola, si inceppa,
deforma, sbiadisce.
Ormai tanti
son chiusi in
scatole di legno,
rivedo i loro gesti
da bambini,
i loro giochi
insieme a me,
le loro risa allegre.
Io sono ancora qui,
respiro, cammino,
parlo, rido, piango,
ma sento il peso,
nelle ossa, sulla pelle,
sul volto e dentro al cuore.
Vorrei la leggerezza,
ali di farfalla per
volare di fiore in fiore,
soffi di venti caldi
per spingermi nell'andare,
acque cristalline
da bere tra le mani giunte
per darmi forza ed energia.
Correvo, veloce controvento,
sfidando caldo e freddo,
sfinito posavo il mio corpo
sull'erba fresca
e rivolgevo gli occhi al cielo
a guardare le strane
forme delle nuvole
e a pensare al mio futuro.
Il futuro è passato,
il futuro è presente,
il futuro è finito,
e non è il mio futuro.