username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Io e l'avo

Da lo alto de lo palazzo
in quel de Pangrazo,
lo condottier Mongiello
vociferava
e alla vittoria
contro li barbari occupanti
li sua conduceva,
si da meritar l'arma
de nobile e signore,
ed era solo l'Anno Domini 1350;
de lui brando
ancor la spada,
che in mia mano
penna è divenuta.

 

0
1 commenti     2 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

2 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati
  • Vincenzo Capitanucci il 20/06/2013 06:53
    Meglio una penna... che una spada... l'Autore delle mie prigioni... c'è l'ha ampiamente dimostrato...

    Bravo Don... l'Avo... l'importanza di un nome... anche io devo avere qualche avo... fra i Capitani di Ventura... tipo Angelo Tartaglia... visto che scrivo così male... o Braccio da Montone... per la mia incapacità di stare a cavallo dello spirito..
  • Rocco Michele LETTINI il 20/06/2013 06:41
    E L'AVO RINASCE E GRATIFICA NE LI TUOI VERSI... ENCOMIABILE DON...

1 commenti:

  • - Giama - il 19/06/2013 20:46
    Dalla spada alla penna, ma sempre lo stesso autore... Il cuore!

    Ottima Don, quasi una favola.
    Ciao Gia

Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0