Mi ricordo una volta
di aver scritto un crostino
che a me pareva, così così,
ma fu mangiato in un boccone
con enorme libagione dal goloso
che mi regalò in cambio
un componimento fatto a strati
di pasta, basciamella e ragù,
una porzione aveva la potenza
di un bellissimo haiku.
Per questo mi vien di dire
che poetare è una forma di cucina
dove tanti sono gli ingredienti,
i ricordi, le emozioni, i pensieri,
i pareri. Per ignoranza uso spesso
parole semplici, e le tengo poco
se non occorre, in forno.
E mi piace sentir il parere
o osservare chi le mangia
per capire se gli ho regalato
qualcosa di buono e positivo
frutto di divertimento per divertire.