Mi ha sorriso l'alba,
e vi ho cercato l'emozione del tuo primo,
morbido bacio del mattino.
Mi ha invitata ad uscire un novello sole,
ed ho chiuso gli occhi per scivolare
nell'approdo premuroso delle tue braccia.
Mi hanno sorriso vergini tratti di universo,
e li ho assaporati con il cuore contagiato
dalla rugiada sempre nuova dei tuoi sguardi.
Mi ha baciata il cielo,
e gli ho carpito due gemme di celeste,
per farne specchio dei miei occhi,
memori del tuo azzurro affollato di miele.
Mi ha ipnotizzata l'acqua senza età di un fiume al galoppo,
e vi ho letto dentro l'entusiasmo sempreverde dei tuoi sogni.
Ho camminato a lungo, a piedi e cuore nudi,
in compagnia delle alterne maree della mia anima,
e mi ha trasportata il dio sonno
in un vortice di realtà e di sogni.
Infine, al mio risveglio,
un mare tornato bambino cullava il mio cuore sorridente,
e una brezza dolce e piena di vita,
sconosciuta ai miei antichi giorni,
gentile mi sfiorava le guance ed i capelli.
Quella brezza gentile eri tu, Francesco.