Urlavi, urlavi contro il mondo…
Ti udii urlare e mi voltai:
giovane donna dal viso rotondo
e dallo sguardo che non dimenticai.
Era forse tuo padre quell’uomo, cercava di calmarti…
sommessa la sua disperazione, dietro quel velo di malinconia.
La folla si ingrandiva e amava soppesarti,
valutare se nell’aria aleggiasse la pazzia.
Urlavi, urlavi contro il mondo…
Vidi i tuoi occhi senza più speranza:
Guardavi la gente, girando in tondo
Tu contro tutti, in quella folle danza.
Nessuno pensò al tuo cuore spezzato
O al dolore che provavi,
Che urlasti tutto d’un fiato.
Nessuno avvertì nei propri occhi le travi…
La tua pagliuzza guardavan straniti:
diversità.
Smarriti…
Davanti al tuo disagio nella folle società.
Raro fiore nel deserto dell’omologazione,
Con la tua fierezza nell’esser diversa
Hai ogni ammirazione
Da chi, come te, si sente persa…
Urlavi, urlavi contro il mondo…
il loro inconscio grido interiore è ora,
Nascosto da derisione,
il tuo nobile grido di libertà.