Non gemere, Genova adorata,
ch'or la mia anima t'avvolge più compiuta,
che la festa del Signore
per nulla è finita
con la mia semplice dipartita.
Al rumor di vita vera
che sovrano sale da vicoli odoranti
sorda non ti far sorprendere,
chè angeli di Dio sono con possenti ali,
anche clochard,
prostitute e transessuali.
Un solo modo hai,
fratello in me fratello,
se davvero cesellar mi vuoi ricordo;
ama senza sosta quella Chiesa
che davvero di rischiar non teme,
che germoglio mai calpestato è
dell'autentica speme,
di ritrovare in ogni uomo un uomo.
Ragazzi cari,
alfiere è veramente dell'amore,
chi del Vangelo sempre si nutre,
per disegnare un mondo migliore;
sordi siate ai rilucenti conformismi,
ai dogmi facili
e agli ipocriti equilibrismi
frutto sarà, e il più prelibato,
della vostra umile preghiera,
il sorriso timido d'un povero,
che ricamare avrete saputo
sulla pelle lieve della sera.
Amico mio, che forse mai conobbi
brilla la gioia sincera del dare,
come la carezza d'una fiera lanterna,
che amoreggia e celia con il mare,
amare il prossimo
ha l'aroma puro e profumato,
come ogni sigaro
che nella vita mia ebbi fumato.
Se tu schiavo diverrai del male,
allora, allora soltanto,
mi avrai fatto davvero il funerale,
ma dentro te vorrei dimorasse,
l'impronta indelebile della Chiesa
che senza paura s'impegna e osa,
incontaminata e vergine,
come un fresco bocciolo di rosa.