Avvertì in sé
fin dal giorno della sua nascita
di aver perso qualcosa d'importante
non era un bambino come tutti gli altri
nacque
accorgendosi subito di non avere accanto a sé né un padre né una madre
capendo
di essere rapido al consumo
visse la sua vita a ritroso come un trovatello nella ricerca di essere qualcosa altro che lo zolfanello di un orfanello iniziò alienandosi la mente con vapori di zolfo
e se sulla via non incontrò mai nessuno disposto ad amarlo
non fu un caso
aveva deciso di vivere in un deserto e di nutrirsi solo di miraggi
il temporale più bello a cui potette assistere fu quando si ammalò per aver bevuto un susseguirsi d'immagini capovolte
ed il suo viso passando dalla terra al cielo
divenne un fulmine
ad illuminare di colpo
tutti gli spazi vuoti del suo corpo
nel giardino estivo
delle anime tuonanti
ritrovò la stella di una notte
che in un gelido plenilunio lo aveva concepito
come un infinito di voce
posandolo amorevolmente in un grembo di luce