Fonte d’infinito stupore,
eterno incanto,
sguardo immutabile e paterno,
volto conosciuto e mai visto,
voce mai udita ma profondamente nota…
mio Dio.
Eterno,
onnipresente,
onnipotente,
fonte di vita,
d’amore,
di tutto.
Mi smarrisco in te
ne sono felice.
Sono felice
e non vorrei muovere i miei passi a ritroso
da questo splendido altare;
sono felice tanto
da voler della mia gioia
farne una pioggia sottile
per bagnare copiosamente la terra
da far cessare ogni guerra!
Allora gorgoglierebbero fiumi di pace
e le distese verdi dei prati avrebbero nuovi germogli
e gli alberi si annoderebbero in un tenero abbraccio
e penderebbero dolci frutti ad ogni stagione
e cascate di fiori darebbero gloria al cielo!
Se potesse la mia gioia di amarti
diventare un fiume di miele
e annientare l’afrore dell’odio che avvelena i fratelli,
se anch’esso si mutasse in un tenero abbraccio,
allora l’aria sarebbe più trasparente
e si proverebbe grande gioia nel respiro!
Ho spalancato porte e finestre
a te che conosci ogni stanza dell’anima mia
e ti chiedo di entrare.
Ho frantumato le vetrate dell’orgoglio
perché non m’umilio nel dirti
di essere nulla di fronte a te.
Tu, il più grande dei re,
gioisci di questo,
entri nel silenzio della mia casa,
una casa non degna di te.
La mia gioia comincia da qui.
Comincia quando sento muovere i tuoi passi discreti,
comincia quando tu togli la povere delle mie ansie
e dei miei timori.
Rimani, ti prego, e accendi anche oggi
nel piccolo camino il fuoco della mia gioia.