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Mare

Predisposte le reti

e alzati gli occhi al Cielo,

antico segno di preghiera,

il pescatore spinge

la sua barca in mare,

come carezzandola,

poi vi salta su

e s'avvia

per la sua rotta.


Restano sulla riva

le orme

dei suoi nudi piedi

conchiglie

sbiadite dal sole

e della barca

il sabbioso solco.


La bianca scia s'allontana

sempre più sfumata

e all'orizzonte lontano

dove al cielo il mar si fonde

svanisce.


Mi sibila leggero il vento

strane vecchie storie

di gente partita e mai tornata

e temo, e prego

mentre per l'aria

echeggia

il verso del gabbiano.


Mare, oh mare, or egli

è nelle tue braccia.

 

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2 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • Anonimo il 25/08/2013 12:25
    bello e semplice leggo il tuo verseggiare, ha il potere di arrivare dritto al cuore, seminare sale portatore di... vita e morte, chiudendo il cerchio in un arcobaleno di speranza!
    BELLA!
  • Caterina Russotti il 24/08/2013 17:56
    Ma che bella poesia, inno e dedica a un mestiere antico come quello del pescatore. Il mare... Quante storie ha da raccontare!?! Di Nino.. di Francesco, di Mario, di Gioele, di... Uomini che ora vivono nei ricordi dei loro cari.

2 commenti:

  • stella luce il 27/08/2013 14:25
    versi melodiosi che ben descrivono la vita di coloro che attraverso il mare vivono... alle volte senza ritornare
  • Francesca Pellizzi il 25/08/2013 00:35
    Con delicatezza e tatto parla di uno dei mestieri più antichi al mondo il marinaio e delle famiglie che attendo il ritorno contornato da gabbiani, echi e sibilli. Quanto nostalgia, quanta tristezza e solitudine può portare il mare nn facendo ritornare I propri cari?

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