Quante volte m'han detto:
"Non di solo pane vive l'uomo. . ."
aggiungendo bisogni e necessità
al pari del bisogno del nutrimento.
Oggi però voglio spogliarmi
di me stesso, scostarmi dal pensiero
di quello che mangerò e berrò,
provare a immaginarmi Anima,
piccolo acino unito a un grappolo,
nutrito dal calore e dalla rugiada.
È tempo di spezzare le mie spine,
di levigare le mie asperità,
di irrigare il deserto del mio egoismo,
talmente nascosto, talmente osceno.
È tempo di dare a Dio le cose che gli appartengono:
il tempo ch'Egli m'ha dato,
il corpo ch'Egli ha plasmato,
quest'Anima ch'Egli conosce più di me stesso.
La pace nel mondo è un pretesto,
il movente di un digiuno è sempre più grande
di quello che si dice, perché in fondo
compiacere Dio vale più del pane,
più di ogni atto e parola,
oltre la vita mia.