Gioco con altre vite allineate ai miei desideri,
alle mie voglie represse.
Tesso trame di ardita bellezza che s'intrecciano più volte nello spazio
senza mai toccarsi.
Nell'intricato dedalo di opportunità che il mio cinico egoismo attraversa,
catturo con avidità impensabile tutto quanto mi regala la vita.
Non c'è tempo per formulare domande o annaspare in risposte improbabili,
non c'è spazio per la pietà di un rimpianto
o l'insostenibile peso di un acido rancore.
La vita . Questa piccola e insignificante cosa,
passa troppo veloce tra le albe ed i tramonti,
macinando occasioni perdute per sempre,
gemiti di piacere che mai usciranno dalle palle della mia solitudine,
ad inchiodami alla mia sorda vigliaccheria,
a consumarmi inesorabilmente come uno sputo al sole.
Rubo dal tuo sesso fiorito il tuo odore di donna
per farmene un vestito nuovo di zecca che nasconda,
anche solo per un attimo,
il putrido olezzo della morte,
che droghi la consapevolezza della mia banalità,
e della mia lucida inconsistenza morale.
Frenesia di piaceri carnali,
sottratti con abile agilità agli spettri del domani,
che incombono minacciosi,
come sorrisi di suore,
sopra l'inutilità del mio tempo.