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Non sei solo

Sbatte le ali contro l'angusta gabbia. È sfinito;
ma non può arrendersi: non aspetta altro l'uomo aldilà,
e sa che presto o tardi avrà la meglio; ancora una volta.

L'oscurità è calata sul crepuscolo all'improvviso. È debole.
Si posa sul fondo della gabbia e chiude gli occhi: "è finita."
(Un mare lo sospinge alla deriva, laggiù dal cielo) ...

E all'improvviso è giorno, pungendo le sue palpebre.
Un canto lo distrae dalla notte. Si tira su, ancora tiepido:
non vede nulla. "Sarà ancora buio"; ma il canto perdura.

Si scaglia contro le sbarre - il dolore fisico non può ucciderlo
quanto quello afflitto alla sua dignità. Ali spezzate, occhi serrati;
cos'altro ancora dovrà meritare per soddisfare la libertà dell'uomo?

Rinviene che è ancora buio; ma rammenta: è cieco, adesso.
Nessun canto si ode questa volta. - Sei ancora lì?
Il silenzio lo atterrisce, pensando al peggio. - Non sei solo.

 

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3 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • Alessandro il 27/09/2013 00:31
    Terzine complesse, dove l'impressione naturalistica acquisisce valore simbolico. Il dolore straziante degli inermi. Hai un enorme talento.
  • Caterina Russotti il 26/09/2013 19:07
    La paura del buio... Colui che è cieco lo sa, quanto può far paura... Ma la speranza di non essere solo gli può essere di conforto.. Mi sembra di aver letto questo indi tuoi versi.

3 commenti:

  • Chira il 05/12/2014 09:24
    Quando si raggiunge il fondo del dolore arrecato, del buio... è proprio forse alla fine che ti accorgi di non essere solo, hai sempre quella scintilla di dignità del tuo ESSERE. Splendide immagini dolorose ma palpitanti vita. Bella bella, Luigi!
    Chiara
  • loretta margherita citarei il 27/09/2013 04:35
    belle metafore, molto originale
  • luigi il 26/09/2013 22:48

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