Tornavo al paese
poche volte all'anno
su quel treno affollato
che divorava
anguste gallerie
sfiorando,
lungo il percorso,
piccole stazioni
bruciate dal sole.
Miravo aride colline
oltre quei vetri,
come braccia
protese
nell'azzurrità
del mare.
Nei miei occhi
l'ansia febbrile
di ritornare a casa
per ritrovare il respiro
delle mie spiagge
e il luccichìo di scogli,
in quei meriggi afosi.
Nel petto un cuore
che dondolava al ritmo
delle ruote sui binari
mentre nell'aria
assaporavo l'ebbrezza
e le voci persuasive
di ammalianti sirene
del mio profondo Sud.
Così lasciavo le mie
sofferte cicatrici
su quei vagoni scoloriti,
mentre un sorriso radioso
mi aspettava, impaziente,
alla stazione del paese...