Curva, come un ulivo,
sconta la sua passione
nel silenzio ovattato
di una casa di riposo.
Tremula la mano
rovista in un cassetto
per ritrovar gli occhiali
e rimirar le vecchie foto
di un menzognero affetto.
Non c'è luce nella stanza
che rischiari il suo
sguardo confuso,
che sollevi il suo cuore,
logorato e deluso.
Sorrisi e carezze
restano chiusi
in quell'armadio,
dentro la tasca
di un vestito
che tornerà a indossare
quando un dì sarà svanita.
Con occhi annacquati
affoga il suo dolore muto
nelle mascelle amorfe
di un viso ormai canuto.
A chi gli chiede le ragioni
di quel pianto silenzioso
risponde un po' indecisa:
"sono gocce di collirio
che mi scorrono sul viso!"