In principio a passi minuti
ho iniziato per le vie del Mondo
come un fragile fiore, assetato di luce.
Ho atteso risvegli felici per ogni mattino
poi un aprile rapace, camuffato
tra gli alberi in fiore, ha carpito mia madre.
Quante ingenue fiducie spezzate
quanti duri risvegli, da allora
tra i vuoti miti quotidiani
e i televisori sempre accesi
che quel che ero hanno divorato.
In questa folla d'anime inebetite
dal chiasso del tumulto quotidiano
dove di Lazzaro vano appare il ritorno:
ci dica Lui, al più presto, di quel risveglio
che ci ricordi, pure, l'inevitabile confine
quel che ci attende, per dare un senso all'esistenza
oltre il non luogo del centro commerciale
dell'auto presa a rate, del mutuo barattato con la vita.
gabbie! dove lasciamo quel che abbiamo
l'inutile che ci ha tenuti incatenati
mentre ci manca il tempo per scrutare
negli occhi degli affetti, la solitudine montante
che cresce con l'abbaglio del denaro
vero padrone di questo basso mondo.