Aldilà d'ogni assillo silente
incolto, escluso e dimenticato
sparso al vento strascicato
oltre come stendardo
Beato a districare l'aria che ti circonda
per poi mirare la parola,
avviatasi all'adunanza e baloccare
in coppia al foglio bianco
arabeschi o raccolte d'idee colme di nembi
a far corona a sagome scure eventuali
nel viale che si rigira risoluto
al tempo andato
Nel luogo in cui esistevi
al centro della pelle a rifulgere
d'un ardore docile
assi e tronchi che trasudano
Gocciole che poi favillano
fresca odorosa stagione mai navigata
mai rodata... incerta
Cavalcata a pelle
come puledra che già sa la sua strada
e li ti conduce
la dove l'epilogo è alle spalle
nella nebbia d'un ricordo mesto
a renderti insignificante, fragile
sparuto, amaro cupo e deserto a me
distante da uno scorcio d'era
che è pur straccio di nulla
ma si scansa s'accomiata