Alla panchina di S. Marco,
dietro un paravento di nebbia,
pudichi alberi
cambiano d'abito.
Qualcuno snocciola,
dalla solita finestra,
ottavi di Chopin.
Del mio respiro
osservo lo svanire.
Dentro una pioggia di note
spengo la mia rabbia.
Molto bella. Mi ha colpita la frese "del mio respiro osservo lo svanire" cosa che capita di fare anche a me in certe giornate di nebbia. Piaciuta molto!
Fresca, pulita. Libera le sensazioni provate dalla persona assorta che le scrive o le prova. Comuni alle stesse che sedendosi, all'incirca, tale ora, hanno sentito le stesse note, mescolandole agli stessi strozzati pensieri, magari tristi ma egualmente intensi.. studentessa di brera