nei miei umili quaderni io appuntavo datandolo
questo e quel pensiero che avrei voluto ragionare
non accorgendomi che tutto si accumulava si superava
rimanendo stratificato in un angolo polveroso
non avevo capito che bisognava andar di corsa
bisognava vivere e pensare tutto in un lampo
che le cose poi non sarebbero state più quelle
ma d'altra persona uguale a te stesso ormai passata
non avevo capito che i tuoi occhi profondi
dell'amore materno più alto inondato
non mi avrebbero in questa terra più guardato
sostenuto nella tarda ora pomeridiana del rendiconto
quando le luci spengono i colori dei fuochi
bisognava prendere tutto in quel momento
quando io credevo che la ricchezza fosse duratura
per tutto il tempo e quasi del laccio protettivo infastidito
non avevo capito che i tuoi occhi di bimba innamorata
avevano della primavera i profumi e la durata
presto nel fiore della maternità conchiusi
nel lungo e duro inanellar degli anni modellati
la luce di quei giorni nel canto dell'animo segreta
compagna dei miei mille e mille vaneggiamenti
bisognava prendere tutto in quel momento
farlo durare per il tempo a venire
non avevo capito che i tuoi occhi di piccola
in un baleno sarebbero diventati adulti
togliendomi dei giorni il filo conduttore paterno
ciò che alla terra all'incedere quotidiano mi legava
ora come piuma al vento sospesa
bisognava andar di corsa sciorinare tutto in un lampo
che le cose poi non sarebbero state più quelle
ma d'altra persona uguale a te stesso ormai passata