Tra i ricordi di quand'ero piccolina
una dolce tradizione ha il suo posto speciale:
la poesia che recitavo da bambina
in piedi sulla sedia la vigilia di Natale.
Sulla tavola imbandita, sotto il piatto di papà,
mentre nessuno mi vedeva, nascondevo una letterina,
poi, finita la cena, lo spostavo un po' più in là,
a sorpresa usciva fuori una candida bustina.
Quelle prime paroline, scritte a scuola da una figlia,
a matita sulle righe di un foglietto un po' sgualcito,
con gli auguri di Natale per tutta la famiglia
ora sono nella mente il mio ricordo preferito.
Quando tutto fa capire che il Natale si avvicina,
vetrine, luci, auguri, addobbi e bei regali,
come musica di un canto penso a quella letterina
che la notte di Natale ci faceva tutti uguali.
Nel presepe a mezzanotte si metteva il bambinello,
davanti a quella sacra scena si diceva una preghiera
"che il domani sia per noi più felice e sempre bello"
e una silente notte serena seguiva la festosa sera.