Ovunque poso il mio sguardo
non scorgo che muri.
Sono trappole oscure,
tetre.
Eppure così bianche.
E quel chiarore opaco
e senza vita
non lascia scampo alla mente,
soffocandomi.
Ovunque poso il mio sguardo
si ergono numeri,
urla, rumori,
frastuoni
dolori
che neanche il peggiore degli Inferni
vorrebbe.
Ovunque poso il mio sguardo
ci siete voi
camuffati
in qualcuno che non siete,
in qualcosa che vorreste,
che non udite il tempo scorrere
e mangiate pacchi di noia
succhiandone via il piacere.
Ovunque poso il mio sguardo
fisso il vuoto:
un immagine
dietro cui si cela
l'oblio infinito.
E poi chiudo gli occhi
e mi perdo
assaporando
il mio angolo di pace.