Il gelo, mordeva instancabile
l'incanto della natura sopita dalla Stagione
la nebbia sbiadiva, incerti e sperduti chiarori
Vitae
tormenti quotidiani aleggiavano lenti
sull'eloquio incerto e stupito
di questo mattino
il primo, figlio di una vendetta senza fine
contro la terra degli umani
intrisa di malvagità e blasfemia
braci eterne, alimentavano il fuoco del peccato
l'ancestrale follia sfamata senza sosta
cagionava
volute, stordite dal vento d'Oriente
l'Essenza, paludata d'eterno
svelerà il passaggio
forche caudine, senza l'impalpabile Tempo
dove il Pane e il Sale avranno un nome
in quella Terra senza confini, bandiere e dolore
ma
non sarà per tutti