La miseria è scioccante nobiltà
quando lo spirito grande che la vive
dona anche quel poco che ha
Non esiste parità
in nessuna delle categorie in metamorfosi
tra i regni naturali
tra quelli della depredazione
tra quelli razziali
tra il sesso e il suo indomabile cannibalismo
Passeggiare diviene il non luogo preferito
nel non tempo dalle poche reazioni
inventarsi piccoli giochi della mente
crea disagio e sconforto
se nessuna fede nell'ippocampo
eguaglia quella in un dio assente
Non mi vedi
ma ci sono
ignori l'orgoglio di una istupidita
staticità
che appartiene alla tua parte infantile
che disintegra anche la più instabile delle speranze
Subisco e alimento
un peggioramento
cerco di equivocarne le aspettative
vorrei scivolare nel grano appisolandomi
pitturata a secco sulle pareti dei tuoi desideri
così virulenti e nostalgici da sfiorare l'egotismo
Ma tu mi fai l'occhietto affidando il microcosmo
nascosto nella pellicina delle mie unghie
allo strappo di denti
stretti
e alla noia d'identificarti
Mi prodigherò in ascolti di preamboli
valuterò con parsimonia le cellule da regalarti
la mia liberazione corporale avverrà coi guanti bianchi
che spolverano il marmo
dove nascesti