M'intenerisce la fierezza
che sfronda i fogli d'un libro
che non so abbottonare
E non t'assenti fra le curve del cuore
nel muto ansimo felpato
nelle sere che non lasciano ragione
nel furoreggiare della bufera
la dove i palpiti non trovano asilo
fra lenzuola scuoiate
E sei distante assente nell'allucinazione
della falce d'argento
frenesia abbacinante del paesaggio
dove affogano gli astri brillanti
nel serbatoi delle speranze senza melodia
E luccicano le lacrime
scarabocchiando sui nervosi massi
dell'abbandono
che nell'urlo è muto e fiacca lo spirito
E sei lontano nel boccheggio delle notti folli
in questo gelo che non parla
nell'abbigliarmi d'una diafana fiacchezza
che manda in fondo l'aspro gusto del male
E mi sei assente nell'onda d'una astinenza
una privazione che m'accende
il respiro e la pazzia
Saccente perirò adesso,
con le mani alzate
con i perché d'un sentimento mancante
che sulla mia pietra sepolcrale
non deporrà alcun fiore.