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L'impaziente Caronte

Ne la fitta nebbia
n'ombra vedo,
e su le acque verdastre
de lo noto fiume,
lo scivolar
de no legno odo,
Caronte a la fin
appare
ed impaziente a se
mi chiama,
pe' a l'antra sponda
menamme,
ma ego
l'obolo non ancora
ho
e neanco lo vestito,
e poi prima
sistemar devo
le cose a questa parte,
cose perse
che vorrei riacquistare,
como l'amicizia
che de man m'è
sfuggita.

 

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2 commenti     3 recensioni    

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3 recensioni:

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  • roberto caterina il 26/03/2014 16:48
    Caronte può attendere, quindi, se c'è il compito non piccolo di riacquistare l'amicizia...
  • Rocco Michele LETTINI il 26/03/2014 13:36
    Il voler riacquistar l'amicizia è un pregio che non tutti hanno... e prima di esser traghettati nell'aldilà... sarebbe meglio togliere le proprie macchie per presentarsi di candore vestito... Stupendo... Don...
  • Vincenzo Capitanucci il 26/03/2014 12:14
    sì... Don... prima di oltrepassare il fiume... de le nere sponde... e meglio riacquistare tutte le amicizie... e qui non serve un obolo.. né un commento... ma un sorriso sincero...

2 commenti:

  • Ellebi il 27/03/2014 01:33
    Ottima Don, questi versi scivolano via che è un piacere, ma Caronte resta solo un traghettatore. Saluti
  • Vincenzo Capitanucci il 26/03/2014 13:10
    ho fatto finta di non aver letto... il Tuo commento sull'aforisma di Vera... se no...

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