Lascia che io sia
l'innocente parola,
la sillaba
che ti renda a me,
fino a farti appetire
le labbra
che la emettono.
Lascia che io sia
la schietta carezza
che tramuti in fiamma
l'istante che al tuo corpo,
sfiorando il seno,
prima
era gelo.
Lascia che io sia
l'accordo tra gli sguardi,
il getto d'eccitazione
mescolato
alla purezza
del fervoroso
momento.
Lascia che io sia
il destriero
che cavalchi
nell'esaltante sentiero,
galoppandomi
sino al gioioso
e lussurioso traguardo.
Lascia che io sia
quel tremendo
fremito per te,
cui non basterà
una spiaggia intera
per descrivere
la grandezza dell'evento.